sabato 29 settembre 2012

Siamo tutti dislessici? Nuova Epidemia o problema sovrastimato?

Prima si è cominciato a parlare di dislessia, poi è stata la volta della discalculia e poi della disgrafia e della disortografia. Tutti (ma soprattutto chi ha figli in età scolare) hanno cominciato ad avere una certa familiarità con questi termini, ma questo non significa sia facile capire che cosa significhino tutte queste "dis". 

 Ne parlano:
 Prof. Stella  (Docente Psicologia clinica, Università Modena e reggio)  Prof. Ghidoni e prof.essa Lucangeli ( Psicologia dello sviluppo, Università di Padova)
Interessante anche per gli insegnanti... anche se la docente che interviene nel dibattito non fa fare una gran figura alla categoria.
Video da " Corriere salute"

martedì 18 settembre 2012

Quel triangolo amoroso che può salvare la scuola


"(...).E' l'unico triangolo amoroso che può funzionare se tutti fanno lo sforzo di perseguire il bene comune che c'è in gioco: le vite dei ragazzi. L'unico triangolo amoroso in cui tutti possono essere felici.
Non riesco a capacitarmi del fatto che abbiamo accettato che la scuola sia un campo di battaglia tra genitori-docenti - studenti anzichè pavimento su cui muoversi per realizzare quel bene  di cui parlavo  alla scoperta dei talenti e dei punti deboli di un ragazzo o di una ragazza.
L'educazione non è una cosa che si improvvisa ma richiede, caso per caso, un progetto condiviso. (.................................)
 Perchè non si fanno colloqui ad inizio anno (...) per mettersi d'accordo - genitori ed insegnanti - sugli obiettivi educativi da raggiungere a casa  e a scuola? (..............)"
Alessandro d'Avenia, La Stampa 17/9/2012
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Come possiamo trasformare  le assemblee di inizio anno  in un momento di condivisione del nostro progetto educativo, di presa di coscienza dei genitori del valore formativo di ciò che facciamo?


sabato 1 settembre 2012

Passione di scuola

Giulia Alberico, una scrittrice che racconta alcuni anni della sua vita "da e di" insegnante, scrive così nell'ultima pagina del suo libro "Cuanta pasìon!":
"Mi sono detta,l'ultimo giorno, vuotando delle ultime cose il mio cassetto in sala professori, che ero stata una persona fortunata, avevo fatto il mestiere che amavo. Per più di trent'anni.
Una convinzione, tra tantissimi dubbi, mi resta[...]la scuola è il luogo dove andrebbero perseguiti pochi ma chiari valori,il rispetto per le regole, per la dignità della persona e delle cose,il confronto civile con gli altri, la solidarietà.
Essere un insegnante vuol dire prima di tutto farsi carico di questi valori da trasmettere.  Assumendoli in prima persona.Anche se, intanto, tutto intorno è l'elogio dell'immagine, del porco comodo personale,dell'ambizione, del cinismo più sfrenato[...]
Non c'è dubbio che nei tempi più recenti gli strumenti che avevo non mi bastavano più;è stato necessario ripensare i ruoli, i tempi e i modi per andare avanti con i ragazzi[...]
E allora sono due le cose: o gli insegnanti li si aiuta davvero in questa impresa o molti, preda dell'impotenza, gireranno la testa dall'altra parte.

Giulia Alberico, "Cuanta pasìon!" Mondadori Editore