domenica 20 gennaio 2013

Quanto bevo?


Finalmente ci siamo!!!!
La delibera regionale 21-4814 del 22 ottobre scorso in fatto di assunzione di alcolici e relativi controlli equipara gli insegnanti ai piloti d’aereo, ai conducenti di treno e metrò, ai responsabili di impianti nucleari , ai chirurghi: mi pare una norma un “po’ fuori dalla realtà”. con tutti i tagli, i guai, i problemi, la povertà propria e quella manifesta di una parte dell’utenza a cui eventualmente assicurare supporto, mi pare fosse l’ultima ruota del carro il controllo alcolemico per il personale docente e non, facendo ricadere sulle scuole una incombenza alquanto onerosa vista la cronica mancanza di fondi. Mi sembra che da sempre ci sia la possibilità di richiedere la visita medico collegiale per destinare un insegnante ad altre attività (e qui si scende in un altro dolente tasto, ovvero l’impossibilità di “mandare a casa” chi proprio di lavorare non ne ha o non ne avrebbe.......) se dà segni di essere alcolista.. Il test non serve: mi pare un modo per confondere la sostanza con l’apparenza. La qualità dell’insegnamento, il fatto che la scuola funzioni non la misuri con il test alcolimetrico, ma con la manutenzione degli edifici, con la formazione, con la preparazione,… il fatto di pensare di andare a vedere quanto bevono gli insegnanti è in linea con il discredito che da anni piove sulla categoria, dalla poca considerazione dal punto di vista sociale.. Mi sembra che nelle scuole ci siano casi di emergenza sociale che vanno al di là delle statistiche significative: la meningite, la tubercolosi,.. Questi sono gli ambiti su cui si dovrebbe concentrare l’attenzione.. E d’altro canto, chi si droga o assume psicofarmaci, è assolutamente libero di esercitare… Mah!
Hic…vo a farmi una birretta…hic…..

domenica 13 gennaio 2013

L'insegnante è un impiegato della conoscenza

Segnalo un interessante dibattito sul blog di  Gianni Marconato

Riporto alcuni stimoli- provocazione tratte dall'articolo
"....il libro di testo, dettando la programmazione didattica all’insegnante, lo priva di una delle funzioni più ricche del suo mestiere e lo confina in un ruolo di mero esecutore di un copione deciso da altri.--"

.... L’illusione è che il nostro mestiere sia culturalmente qualificato: è invece una prestazione impiegatizia di basso livello (poco fare, poco pagare) in un sistema di istruzione a bassi investimenti, con intorno un ceto parassitario di grilli parlanti. Gli afflati individuali – io ne ho avuti per 30 anni, pensando che fossero andamenti collettivi – sono eccezioni, non regole ( Marco Guastavigna)...

Link al blog per leggere l'articolo completo.
http://www.giannimarconato.it/2013/01/linsegnante-e-un-impiegato-della-conoscenza/
 Che ne dite?