lunedì 24 giugno 2013

“Se ti metti di fronte a un albero e lo guardi incessantemente per vedere se cresce e di quanto sia cresciuto, non vedrai nulla. Ma curalo in ogni momento, liberalo dal superfluo e tienilo pulito (…) ed esso, a tempo debito, comincerà a crescere. E’ sbagliato esaminarlo in continuazione per vedere quanto sia cresciuto”.

(Martin Buber, Racconti chassidici. I dieci gradini della saggezza, Red, Como,

mercoledì 19 giugno 2013

Tutti malati

In Italia  il numero degli alunni disabili è cresciuto in modo esponenziale : nel 1989 gli alunni con certificazione di disabilità erano poco più di 54.000, nel 2009/2010 erano 130.000 e nel 2011/2012  son diventati 145.00 con una tendenza all'aumento costante.  Senza contare tutte le certificazioni " EES, DSA che non danno diritto al sostegno.
Nel nostro istituto  queste ultime si aggirano intorno all'8%
Si tratta di ragazzini/e e bambini/e in difficoltà di apprendimento  che disturbano e per i quali la certificazione diventa un'attenuante, una spiegazione all'insuccesso che consente a tutti di star tranquilli:
agli insegnanti che non devono mettere in discussione i  metodi di insegnamento, ai genitori e ai figli  che non devono assumersi responsabilità perchè la responsabilità è "altra"; al sistema scolastico che  evita di prendere atto dei disastri generati dai tagli indiscriminati.


In proposito segnalo una dettagliata analisi di Raffaele Iosa 

e il report dell'indagine Istat sull'inserimento degli alunni disabili nella scuola

http://www.istat.it/it/files/2013/01/Statisticareport_alunnicondisabilit%C3%A0.pdf?title=Alunni+con+disabilit%C3%A0+-+25%2Fgen%2F2013+-+Testo+integrale.pdf

sabato 15 giugno 2013

Uno spunto concreto dal mondo della pallavolo...

" Gli schiacciatori non parlano dell'alzata, la risolvono" .
E' vero, noi insegnanti passiamo più tempo a parlare di quel che gli alunni non sanno e non fanno che non di quel che dovremmo fare noi per favorire l'apprendimento in quella situazione lì...

martedì 11 giugno 2013

Visioni dello sport

VISIONI DELLO SPORT (una sempre dalla Francia...)

Già avevo postato un pensiero su cosa e come dovrebbe essere lo sport in particolar modo nell'ambito scolastico.Ora cito questa "visione".
 Tre ore alla settimana, 108 in un anno. Una conoscenza progressiva e obbligatoria dello sport, tutto lo sport: da sperimentare, praticare e veder praticato da altri, quelli bravi.
Discipline da provare, tutti e tutte: sport di base, nuoto e atletica, obbligatori e naturalmente gratuiti; sport di "adattamento all'ambiente", come orienteering, arrampicata, ciclismo, pattinaggio su ghiaccio o a rotelle; sport intrecciati col territorio e la cultura locale: sci per chi è in montagna, vela per chi è al mare, canoa o kayak per gli altri; sport di "cooperazione e opposizione individuale": discipline di combattimento (lotta o pugilato), di racchette (tennis o tennistavolo o badminton) di squadra (calcio, pallavolo, basket e pallamano); sport "artistici ed estetici": danza e ginnastica. Si fa tutto a scuola, durante le 108 ore e in quelle facoltative al pomeriggio, perché ogni scuola deve (non può. Deve) essere dotata di un'associazione sportiva scolastica che dia accesso alle attività, gratuite o pagando un modesto contributo.
Se a qualcuno l'elenco appena descritto sembra il programma del paese dei balocchi, sappia invece che è il programma dell'educazione sportiva nelle scuole primarie pubbliche in Francia, il nostro grande paese cugino. Si chiama EPS, un acronimo per Education Physique et Sportive, roba semplice da capire, molto più difficile da fare. Eppure loro la fanno; non si parla solo di medaglie olimpiche, ma di un bel pezzo di investimento sul futuro. Per i francesi, investire sul futuro significa anche far capire ai loro bambini (e poi ragazzi, perché l'EPS continua alle medie e nei licei, quando i ragazzi cominciano - solo allora - la specializzazione in uno sport preferito) che lo sport è una fetta importante e seria della vita, e dunque va coltivata e studiata come il francese o la matematica. Perché fa stare meglio, fa stare con gli altri, insegna le regole, il rispetto e tante altre belle cose che servono parecchio da grandi.

domenica 9 giugno 2013

Dicono di noi


" ..My brother has it right. He says, ‘You teachers are a bunch of sheep. You go along with whatever they tell you even if you don’t agree, which is more and more often. If you actually joined up and worked together, you’d be the most powerful people in the country.’” ( da un blog di  Tumblr")