mercoledì 13 novembre 2013

Due brevi pensierini derivati dalla lettura articoli de “La Stampa”
Insegnanti “santi protettori..”: All’indomani della sentenza Darwin, con la condanna dei docenti della scuola responsabili della sicurezza, numerosi presidi e il presidente dell’Anp hanno segnalato che i loro professori responsabili della sicurezza hanno serie intenzioni di dimettersi, valutando le condizioni in cui operano e i rischi che corrono. Un responsabile interno della sicurezza, previsto dalla legge, per quanto abbia fatto tutta la formazione prevista, non può avere le competenze di un ingegnere o di un architetto che fanno quel lavoro di mestiere; in più, le regole sono state trasferite nella scuola dal mondo aziendale che ha altre risorse, assicurazioni e retribuzioni.
È un precedente che, in ogni caso, creerà gravi difficoltà in una situazione già difficile: spesso dobbiamo occuparci della sicurezza senza gli strumenti e le risorse per poterlo fare davvero..in più, il livello delle responsabilità sta andando al di là delle effettive possibilità di intervento sia dal punto di vista economico, sia, appunto, delle competenze tecniche.
Chissà…forse di soluzioni anche fai da te se ne potrebbero trovare…se avessimo  i contro soffitti a pannelli , boh, magari di tanto in tanto si potrebbe salire su una scala e guardare cosa c’è sopra. Ma se sono in muratura? Il docente responsabile della sicurezza e della prevenzione potrebbe certamente segnalare una crepa..ma un controsoffitto non ispezionabile? Dovrebbe radiografarlo? (comunque il nostro “addetto alla sicurezza” lo vedrei bene arrampicarsi su una scala per visionare le condizioni di un soffitto! J……..)

Genitori pro figli: quando andavo a scuola io ad essere messo dietro la lavagna (non solo metaforicamente…) era l’alunno irriverente e ad essere tenuto sott’occhio era l’allievo lavativo/lento di comprendonio. Chi prendeva siffatti provvedimenti (maestro, professore,..) agiva serenamente nell’interesse di quel ragazzo, sia della classe intera, sostenuto nelle scelte dalla schiera fiduciosa dei genitori.
In poche e semplici parole, si credeva ancora nel valore dell’exemplum e nel valore di una sana sgridata!
Oggi divergenza di opinioni significa subito rottura, in classe (e in famiglia..) non si può sgridare più, pena il vacillare della tenera psiche dei ragazzi e insieme correre il rischio di essere denunciato dal genitore, sempre sulla difensiva, mai in ascolto (tantomeno del proprio figlio!).
Educare fa rima con comprare, lodare, fare.
Una volta educare era anche sgridare, disapprovare ma anche motivare e contenere. E per contenere bisogna creare confini. Dire no. Porre anche dei divieti.
E il tempo era gestito a tappe evolutive, non a giorni settimanali (il lunedì danza, …martedì lezione di sax…giovedì torneo di play in streaming,……). C’erano progetti per i figli; oggi, invece, tutto è un parcheggio.
E gli insegnanti in tutto ciò? Sottoposti a continue valutazioni e “verifiche” da parte dei genitori: perché Vladimiro non legge già (magari perché frequenta la prima classe primaria solo da un mesetto)? Genoveffa dovrebbe avere un inglese più fluente. I compiti sono pochini. Povero Alfredo, ha troppi impegni per poter studiare da una settimana all’altra…..e via dicendo..
Noi insegnanti dovremmo essere liberi e sereni di valutare i ragazzi, che è anche capire e dare uno specchio in mano per vedersi.
Ma pare una parola bruttissima, che invecchia e impoverisce i genitori che in quello specchio ci si vedono riflessi.
Certo non siamo esenti da colpe, e spesso ci diamo la zappa sui piedi, l’equazione voglia - capacità non sempre è riscontrabile ma è il principio che è inaccettabile.
“La maestra ha sempre ragione” : questo era il mantra che i miei mi ripetevano, anche quando forse non lo pensavano e questa era la vera comunicazione scuola – famiglia, sinonimo di sicurezza e serenità.
E la scuola era così un nostro dovere.
Oggi mamme e papà privi di cultura o puramente acculturati di titoli pretendono di giudicare il metodo degli insegnanti. Parlano, stroncano, giudicano. Ricorrono ai superiori. Credono di sapere. Dubitano, diffamano. Rischiano di trasformarsi negli avvocati o nei sindacalisti dei propri figli.
Insegnano ai figli la critica prima ancora che imparino a ragionare. Collaborano alla loro presunzione, maschera della fragilità. L’unica sicurezza: una settimana fitta in agenda (non scolastica…)!
Forse rieducare la famiglia alla scuola potrebbe essere un primo semplice passo.

Per chiudere….
DECRETO SCUOLA: I consumatori della birra finanzieranno la scuola italiana.
Nel decreto scuola approvato in maniera definitiva dal Senato finanzieranno con 413 milioni di euro di tasse in più un provvedimento che costerà 465 milioni spalmati tra il 2014 e il 2016. L’associazione di categoria Assobirra ha lanciato una petizione contro il provvedimento, sostenendo che le nuove tasse rischiano di produrre una contrazione dei consumi e del gettito fiscale derivante. Il modo in cui sono state congegnate le coperture del decreto scuola hanno creato non pochi mal di pancia alle larghe intese durante la discussione parlamentare. Il pidiellino Giancarlo Galan, relatore del provvedimento, si è dimesso in solidarietà con i produttori di birra e in nome del liberismo.
La legge assumerà in tre anni 69 mila tra docenti precari (43 mila) e personale Ata, 26 mila insegnanti di sostegno, finanziando una miriade di provvedimenti tra i quali ci sono 137 milioni per il fondo delle borse di studio, 15 milioni per gli studenti meritevoli privi di mezzi, altrettanti per il wireless nelle scuole, 8 per l’acquisto di libri di testo e ebook, 15 contro la dispersione scolastica, oltre a un concorso peri dirigenti scolastici.
«L'istruzione dei nostri figli vale più di una birra» ha detto la senatrice Stefania Giannini.
Il ministro Carrozza ha preparato i decreti attuativi e chiede di raccogliere la sua «sfida» sul rifinanziamento dell’istruzione. Propone di inviare suggerimenti alla mail istruzioneriparte@miur.it.
Il suo entusiasmo non è condiviso dai sindacati.
Giudizio negativo sulla conferma del blocco dei contratti e degli scatti di anzianità per il personale e, in fondo, per le assunzioni, riviste al ribasso a causa della riforma Fornero che ha innalzato l’età pensionabile in una scuola già molto anziana. Rilanciano un allarme inquietante: gli stipendi dei neo-assunti (tra i più bassi in Europa) resteranno bloccati per otto anni. A fine carriera perderanno 8mila euro per unaclausola di «invarianza finanziaria» sottoscritta da tutti i sindacati nel 2011, tranne Flc-Cgil.

PROSIT!!!

martedì 10 settembre 2013


Ieri sera era un mio intento poi trascinatosi alla mattina presto… però ho vinto contro la sveglia!! In ritardo, ma a tutti un buon inizio di anno scolastico (lo so, Portacomaro ha già cominciato però fa li stess!!).


Sembrava impossibile, ma alla fine il primo giorno di scuola è arrivato. Abbiamo trascorso le (poche) settimane di vacanze applicando tutti i sistemi psicologici difensivi: lo abbiamo dimenticato, abbiamo negato la sua esistenza, lo abbiamo rimosso, e invece, implacabile e puntuale, come tutti gli anni, è arrivato.
Nella strada del ritorno verso la scuola, abbiamo sentito la pungente nostalgia dei nostri piedi scalzi che si muovevano liberi e rilassati sulla sabbia o sul pavimento di casa; abbiamo lasciato il pantalone lungo abbandonato nell’armadio e al suo posto abbiamo indossato costumi da bagno a pantaloncino in ogni momento della giornata, anche al ristorante.

lunedì 24 giugno 2013

“Se ti metti di fronte a un albero e lo guardi incessantemente per vedere se cresce e di quanto sia cresciuto, non vedrai nulla. Ma curalo in ogni momento, liberalo dal superfluo e tienilo pulito (…) ed esso, a tempo debito, comincerà a crescere. E’ sbagliato esaminarlo in continuazione per vedere quanto sia cresciuto”.

(Martin Buber, Racconti chassidici. I dieci gradini della saggezza, Red, Como,

mercoledì 19 giugno 2013

Tutti malati

In Italia  il numero degli alunni disabili è cresciuto in modo esponenziale : nel 1989 gli alunni con certificazione di disabilità erano poco più di 54.000, nel 2009/2010 erano 130.000 e nel 2011/2012  son diventati 145.00 con una tendenza all'aumento costante.  Senza contare tutte le certificazioni " EES, DSA che non danno diritto al sostegno.
Nel nostro istituto  queste ultime si aggirano intorno all'8%
Si tratta di ragazzini/e e bambini/e in difficoltà di apprendimento  che disturbano e per i quali la certificazione diventa un'attenuante, una spiegazione all'insuccesso che consente a tutti di star tranquilli:
agli insegnanti che non devono mettere in discussione i  metodi di insegnamento, ai genitori e ai figli  che non devono assumersi responsabilità perchè la responsabilità è "altra"; al sistema scolastico che  evita di prendere atto dei disastri generati dai tagli indiscriminati.


In proposito segnalo una dettagliata analisi di Raffaele Iosa 

e il report dell'indagine Istat sull'inserimento degli alunni disabili nella scuola

http://www.istat.it/it/files/2013/01/Statisticareport_alunnicondisabilit%C3%A0.pdf?title=Alunni+con+disabilit%C3%A0+-+25%2Fgen%2F2013+-+Testo+integrale.pdf

sabato 15 giugno 2013

Uno spunto concreto dal mondo della pallavolo...

" Gli schiacciatori non parlano dell'alzata, la risolvono" .
E' vero, noi insegnanti passiamo più tempo a parlare di quel che gli alunni non sanno e non fanno che non di quel che dovremmo fare noi per favorire l'apprendimento in quella situazione lì...

martedì 11 giugno 2013

Visioni dello sport

VISIONI DELLO SPORT (una sempre dalla Francia...)

Già avevo postato un pensiero su cosa e come dovrebbe essere lo sport in particolar modo nell'ambito scolastico.Ora cito questa "visione".
 Tre ore alla settimana, 108 in un anno. Una conoscenza progressiva e obbligatoria dello sport, tutto lo sport: da sperimentare, praticare e veder praticato da altri, quelli bravi.
Discipline da provare, tutti e tutte: sport di base, nuoto e atletica, obbligatori e naturalmente gratuiti; sport di "adattamento all'ambiente", come orienteering, arrampicata, ciclismo, pattinaggio su ghiaccio o a rotelle; sport intrecciati col territorio e la cultura locale: sci per chi è in montagna, vela per chi è al mare, canoa o kayak per gli altri; sport di "cooperazione e opposizione individuale": discipline di combattimento (lotta o pugilato), di racchette (tennis o tennistavolo o badminton) di squadra (calcio, pallavolo, basket e pallamano); sport "artistici ed estetici": danza e ginnastica. Si fa tutto a scuola, durante le 108 ore e in quelle facoltative al pomeriggio, perché ogni scuola deve (non può. Deve) essere dotata di un'associazione sportiva scolastica che dia accesso alle attività, gratuite o pagando un modesto contributo.
Se a qualcuno l'elenco appena descritto sembra il programma del paese dei balocchi, sappia invece che è il programma dell'educazione sportiva nelle scuole primarie pubbliche in Francia, il nostro grande paese cugino. Si chiama EPS, un acronimo per Education Physique et Sportive, roba semplice da capire, molto più difficile da fare. Eppure loro la fanno; non si parla solo di medaglie olimpiche, ma di un bel pezzo di investimento sul futuro. Per i francesi, investire sul futuro significa anche far capire ai loro bambini (e poi ragazzi, perché l'EPS continua alle medie e nei licei, quando i ragazzi cominciano - solo allora - la specializzazione in uno sport preferito) che lo sport è una fetta importante e seria della vita, e dunque va coltivata e studiata come il francese o la matematica. Perché fa stare meglio, fa stare con gli altri, insegna le regole, il rispetto e tante altre belle cose che servono parecchio da grandi.

domenica 9 giugno 2013

Dicono di noi


" ..My brother has it right. He says, ‘You teachers are a bunch of sheep. You go along with whatever they tell you even if you don’t agree, which is more and more often. If you actually joined up and worked together, you’d be the most powerful people in the country.’” ( da un blog di  Tumblr")

giovedì 18 aprile 2013

notizie dalla scuola

 NOTIZIE DALLA SCUOLA:
1-   A Vicenza un quattordicenne autistico è stato maltrattato : sono stati sequestrati una bacchetta di legno, un righello, una forbice, usati contro di lui dalla sua insegnante di sostegno e dall’assistente che dovevano occuparsi della sua quotidiana terapia abilitativa.  Attraverso telecamere e microfoni, posizionati anche sul corpo del ragazzo ,gli investigatori hanno scoperto oltre che maltrattato e insultato il ragazzo era quindi sottoposto a vera violenza fisica, colpevole di essere affetto da un disturbo del comportamento, che solo operatori ignoranti possono scambiare per indisciplina. Nella stessa indagine è stata denunciata anche una bidella; durante il monitoraggio degli investigatori la si vede avvicinarsi alla vittima e, come facevano le due insegnanti, picchiarla senza motivo. Tutto questo è avvenuto apparentemente senza alcuna ragione e logica.  L'adolescente, per il suo stato di disabilità, non era in grado di raccontare quello che ogni giorno subiva, ma i segni che si portava addosso avevano insospettito la famiglia, che dopo averlo accompagnato in ospedale, aveva chiesto conto alle insegnanti delle lesioni, ricevendo solamente risposte sdegnate e indignate.

giovedì 28 marzo 2013

Priorità

La Regione Piemonte  aumenterà le tasse regionali per  colmare "il buco di bilancio", le scuole non hanno soldi e han cominciato a chiedere contributi alle famiglie. Per questo son state  bacchettate dal Ministero che però non assegna i soldi necessari al funzionamento.
Possibile che la priorità sia il test alcolemico a tutti i docenti?
Ci sono dei docenti avvinazzati?  Ben venga il test.
Ma non si sprechino soldi pubblici estendendo il test  a tutti. Un po' di buon senso!

entro-aprile-convenzione-Regione Piemonte-e-Asl-su-alcol-test-docenti.html

domenica 17 marzo 2013

LO SPORT A SCUOLA

Una importante ricerca italiana, curata dall’ Istituto di Medicina dello Sport FMSI di Torino ed effettuata su undicenni frequentanti la prima media e sottoposti ad una visita medico sportiva nell’anno scolastico 2011-12, evidenziano un incremento del numero dei ragazzi che praticano regolarmente sport agonistico.
Questa impegno sportivo programmato non appare però sufficiente da solo a determinare un controllo ottimale del peso e a bilanciare in modo adeguato il rapporto tra le calorie giornaliere apportate e quelle spese. Se infatti, da un lato, i più giovani e le loro famiglie dimostrano una maggior sensibilità verso la pratica sportiva, dall’altro la ricerca restituisce un dato decisamente meno confortante di un continuo trend in crescita dei parametri relativi al peso corporeo , anche in relazione alla statura, con alte percentuali di obesità . Stato preoccupante e conseguenza di uno stile di vita comunque ancora troppo sedentario e di abitudini alimentari non corrette. Esiste, però, uno strumento potentissimo, un farmaco miracoloso: la pratica sportiva abbinata ad una attività motoria anche in altra parte del tempo libero, sostituendo giochi e passatempi sedentari con il movimento ed una corretta alimentazione .

venerdì 1 marzo 2013

TIC e scuola: un fallimento annunciato?

"In un articolo molto interessante pubblicato il 24 febbraio 2013 dall’Huffingtonpost francese (per l’originale in francese cliccare qui) si considerano le ripercussioni delle TIC all’interno del sistema scolastico. Senza mezzi termini il giornalista Julien Tartaglia capo redattore della sezione nuove tecnologie dell’educazione nell’edizione francese dell’Huffingtonpost afferma che ben poco è cambiato nelle scuole. Si parla molto di informatica nelle scuole, ma i sistemi scolastici non si lasciano sedurre, sono impermeabili ai cambiamenti radicali, resistono e proteggono il loro impianto di base. In altri termini la rivoluzione tecnologica che imperversa al di fuori del mondo scolastico e che produce quotidianamente novità di ogni genere, dai trasporti ai laboratori di ricerca, dalle cucine agli elettrodomestici, non intacca più di quel tanto le scuole dove si continua a insegnare, a funzionare come se le TIC non fossero che un accidente, un addentellato che non incide sulla rotta dei sistemi scolastici, sulla loro struttura, sui programmi, sulle regole che lo governano."

http://www.oxydiane.net/politiche-scolastiche-politiques/evolution-des-systemes-d/article/la-rivoluzione-informatica-e-la

domenica 17 febbraio 2013

la mia lista


LA MIA LISTA :VOTO CONSAPEVOLE..(speriamo..)
 Dal 1994 al 2013 sono passati 19 anni, facciamo 20 per essere più comprensibili, eppure le promesse, o i sogni impossibili e malati, sono rimasti sempre gli stessi. Gli Italiani però, pur avendo gli stessi sogni nel cassetto e la stessa voglia di affidarsi all’«uomo forte» che ha sempre contraddistinto la loro storia, stanno molto peggio rispetto al 1994. Vent’anni fa non si stava poi così male, non avevamo un debito pubblico con cifre stellari, non il tasso di disoccupazione tra i più alti di sempre e non avevamo ancora sentito parlare di «spread»! Diciamo che eravamo nelle condizioni perfette per dire «proviamo a credere alle barzellette e ai sogni»! Ora stiamo molto peggio eppure questa voglia non ci è passata, pur consapevoli (o meno) che sono state proprio le barzellette a portarci sul lastrico. 
Ora è giunto il momento di guardare in faccia alla realtà. Vogliamo continuare ad alimentare una visione provinciale di quattro burocrati di zona che gestiscono il loro feudo in base alle amicizie di comodo tenendosi tra loro proprietà, rendite e potere o vogliamo aprire le caste, aprire la visione da provinciale a globale e evitare che ci sia chi muore di fame, mentre qualcun altro si fa perfino rimborsare la Nutella che mangia in Consiglio Regionale? Bene, allora votiamo consapevolmente, informiamoci e impegniamoci

domenica 20 gennaio 2013

Quanto bevo?


Finalmente ci siamo!!!!
La delibera regionale 21-4814 del 22 ottobre scorso in fatto di assunzione di alcolici e relativi controlli equipara gli insegnanti ai piloti d’aereo, ai conducenti di treno e metrò, ai responsabili di impianti nucleari , ai chirurghi: mi pare una norma un “po’ fuori dalla realtà”. con tutti i tagli, i guai, i problemi, la povertà propria e quella manifesta di una parte dell’utenza a cui eventualmente assicurare supporto, mi pare fosse l’ultima ruota del carro il controllo alcolemico per il personale docente e non, facendo ricadere sulle scuole una incombenza alquanto onerosa vista la cronica mancanza di fondi. Mi sembra che da sempre ci sia la possibilità di richiedere la visita medico collegiale per destinare un insegnante ad altre attività (e qui si scende in un altro dolente tasto, ovvero l’impossibilità di “mandare a casa” chi proprio di lavorare non ne ha o non ne avrebbe.......) se dà segni di essere alcolista.. Il test non serve: mi pare un modo per confondere la sostanza con l’apparenza. La qualità dell’insegnamento, il fatto che la scuola funzioni non la misuri con il test alcolimetrico, ma con la manutenzione degli edifici, con la formazione, con la preparazione,… il fatto di pensare di andare a vedere quanto bevono gli insegnanti è in linea con il discredito che da anni piove sulla categoria, dalla poca considerazione dal punto di vista sociale.. Mi sembra che nelle scuole ci siano casi di emergenza sociale che vanno al di là delle statistiche significative: la meningite, la tubercolosi,.. Questi sono gli ambiti su cui si dovrebbe concentrare l’attenzione.. E d’altro canto, chi si droga o assume psicofarmaci, è assolutamente libero di esercitare… Mah!
Hic…vo a farmi una birretta…hic…..

domenica 13 gennaio 2013

L'insegnante è un impiegato della conoscenza

Segnalo un interessante dibattito sul blog di  Gianni Marconato

Riporto alcuni stimoli- provocazione tratte dall'articolo
"....il libro di testo, dettando la programmazione didattica all’insegnante, lo priva di una delle funzioni più ricche del suo mestiere e lo confina in un ruolo di mero esecutore di un copione deciso da altri.--"

.... L’illusione è che il nostro mestiere sia culturalmente qualificato: è invece una prestazione impiegatizia di basso livello (poco fare, poco pagare) in un sistema di istruzione a bassi investimenti, con intorno un ceto parassitario di grilli parlanti. Gli afflati individuali – io ne ho avuti per 30 anni, pensando che fossero andamenti collettivi – sono eccezioni, non regole ( Marco Guastavigna)...

Link al blog per leggere l'articolo completo.
http://www.giannimarconato.it/2013/01/linsegnante-e-un-impiegato-della-conoscenza/
 Che ne dite?